la mia storia
"La gioia della scoperta è sicuramente la cosa più viva che la mente dell'Uomo possa mai sentire"
- Claude Bernard -
Una storia professionale inizia con un percorso formativo, il mio è stato lo Sport
La mia formazione inizia molto presto, ma non con lo studio. Comincia piuttosto con la mia carriera di atleta agonista, nel mondo del nuoto. Questo sport è noto per essere alienante per chi lo pratica, a causa delle sue caratteristiche particolari.
La maggior parte dei nuotatori agonisti, infatti, può confermare quanto sia impegnativo e solitario questo percorso. Si passano ore e ore in un ambiente ostile, con lo sguardo fisso sulla striscia sul fondo della vasca e il costante rumore dell'acqua sotto la cadenza delle migliaia di bracciate quotidiane. Nel frattempo, si tiene sotto controllo il passare inesorabile dei secondi su un cronometro sospeso in aria, mentre si cerca di raggiungere gli obiettivi stabiliti nel programma di preparazione. In alcuni casi, ci si trova a nuotare per 20 chilometri in una sola sessione di allenamento, che può durare anche più di 4 ore.
Questi sono stati i primi decenni della mia vita, anni dedicati a questo sport che mi hanno insegnato a lavorare costantemente per raggiungere gli obiettivi. Fin dalle scuole elementari, ero costretto a svegliarmi all'alba, anche durante l'inverno, per immergermi nell'acqua spesso gelida della piscina per l'allenamento del mattino. Dopo di che, una veloce colazione, seguita da una corsa a scuola, cercando di tenere il passo con le lezioni e di completare i compiti in modo tempestivo. Nel pomeriggio, dopo aver sollevato centinaia di chili in palestra, mi ritrovavo nuovamente in acqua, sperando di prepararmi al meglio per la prossima competizione.
Questa esperienza è stata la mia migliore formazione, sin da bambino e poi adolescente, per imparare a lavorare duramente e perseguire obiettivi, preparandomi così per la vita adulta
Dunque, lo sport è stato il fondamentale strumento della mia formazione di base, accompagnandomi in modo costante per oltre due decenni. Questa esperienza si rivelerà estremamente utile, anzi, fondamentale, per affrontare le sfide della mia vita professionale che verrà.
Tuttavia, nonostante la mia esperienza come atleta agonista che mi ha insegnato a lavorare per obiettivi, ho svolto gli studi universitari in maniera piuttosto discontinua.
Inizialmente, ho intrapreso un percorso di tre anni in Scienze Geologiche, superando con successo 12 esami, quelli che maggiormente mi appassionavano, su un totale di 19.
Tuttavia, rendedomi conto che i colleghi che si laureavano in questa disciplina faticavano a trovare un impiego nella professione di geologo, ho abbandonato gli studi universitari formali ...
Mi congedo ...
Dopo 25 anni dedicati allo sport agonistico, ho preso la difficile decisione di abbandonare il nuoto e congedarmi dall'Arma come Carabiniere scelto Atleta del Centro Sportivo Carabinieri Nuoto.
Improvvisamente, ho iniziato a prendere coscienza del fatto che non ero più un atleta e mi sono reso conto che il successo nella vita non dipende solo dalla meritocrazia, come avviene nel mondo dello sport.
Mi sono reso conto di ciò quando ho deciso di sfruttare il mio brevetto di pilota di aeroplano. Il mio istruttore mi aveva incoraggiato, riconoscendo il mio talento come pilota, e mi ha spinto a partecipare al concorso per diventare pilota di linea in Alitalia. Purtroppo, non sono riuscito a ottenere il posto. La compagnia, infatti, aveva ancora la possibilità di selezionare candidati provenienti dall'aeronautica militare e le opportunità disponibili erano limitate. Inoltre, ho sentito dei rumori secondo cui non avevo una raccomandazione adeguata.
Questo evento mi ha fatto riflettere profondamente. Mi sono chiesto come poter competere nella vita reale senza il vantaggio delle giuste conoscenze e raccomandazioni.
Così, ho sentito la necessità di diventare imprenditore, per cercare di mantenere il controllo della mia vita professionale. In questo ambito avrei potuto mettere alla prova le mie effettive capacità. Nel mondo imprenditoriale, le qualità personali possono essere premiate attraverso un impegno costante nel continuo apprendimento di nuove competenze e, certo, un po' di fortuna.
Ho avuto bisogno di mettermi alla prova e ho intrapreso prima la carriera di venditore di cucine industriali e successivamente nel settore delle macchine per l'imballaggio alimentare. Mi sono reso conto di avere delle buone qualità empatiche e di relazione interpersonale. Questo cambiamento verso un tipo di competizione nella vita reale mi ha reso consapevole dell'importanza di continuare ad allenarmi. Questa volta, mi sono allenato attraverso lo studio quotidiano per acquisire le competenze necessarie.
Mi sono dedicato allo studio e ho iniziato ad apprendere teoricamente ciò che ritenevo fosse utile nella pratica imprenditoriale dell'azienda di famiglia, che opera dal 1970 nel campo della comunicazione. Sono stato determinato a mettere in pratica le conoscenze acquisite e ho compreso che lo studio costante era fondamentale per il mio percorso imprenditoriale.
Questo nuovo capitolo della mia vita mi ha aperto nuove prospettive e mi ha reso consapevole del valore dell'apprendimento continuo nel mondo degli affari. Ho abbracciato la sfida di diventare un imprenditore e ho iniziato a mettere a frutto le mie competenze, le mie qualità relazionali e la mia passione per la comunicazione. Grazie a questa esperienza, ho imparato che la determinazione e la volontà di imparare possono portare a nuovi orizzonti e opportunità di successo nella vita professionale.
scopro le scienze sociali e cognitivo-comportamentali
Dunque, con l'obiettivo di specializzarmi nelle scienze della comunicazione, ho scoperto le scienze sociali e le scienze cognitive e comportamentali. Ho iniziato ad approfondire questi argomenti in modo autodidatta, poiché ritenevo che fossero fondamentali per lavorare nel campo della comunicazione.
In quel periodo, non esistevano ancora le facoltà di scienze della comunicazione come le conosciamo oggi. Pertanto, ho deciso di crearmi un percorso di studi personale, al fine di acquisire le basi necessarie per far evolvere la mia azienda.
Ho scelto di seguire, anche se in maniera non ufficiale, alcuni corsi presso l'università e mi sono iscritto a corsi professionali offerti da organizzazioni private nel campo del marketing e della pubblicità. Ho cercato di sfruttare ogni opportunità di apprendimento che mi si presentava, pur lavorando in modo autonomo e fuori dai canoni tradizionali dell'istruzione formale.
Questo approccio autodidatta e la mia determinazione a migliorare le mie competenze ed approfondirne di nuove nel campo della comunicazione mi hanno permesso di acquisire conoscenze preziose. Ho cercato di applicare immediatamente ciò che imparavo alla mia azienda, testando nuove strategie di marketing e pubblicità.
Nonostante le sfide e le limitazioni di quel periodo, ho perseverato nel mio percorso di apprendimento. Mi sono reso conto che il desiderio di crescere professionalmente richiedeva uno sforzo costante e un impegno personale nel colmare le lacune educative del settore.
In conclusione, ho trovato nel percorso autodidatta e nell'apprendimento continuo il modo per sviluppare le competenze necessarie nel campo della comunicazione che si evolveva con la transizione digitale anche attraverso lo studio delle scienze cognitive e comportamentali. . Questo mi ha permesso di acquisire una solida base di nuove conoscenze e di applicarle con successo nella mia attività imprenditoriale. La mia determinazione frutto della pratica agonistica e la voglia di crescere professionalmente hanno dimostrato che l'allenamento, che nello studio diventa apprendimento costante, è fondamentale per il successo nel mondo degli affari.
la transizione dall'era analogica a quella digitale. All'estero, per imparare l'importanza delle nuove tecnologie digitali
Intuendo di vivere in un'epoca di profonde trasformazioni, ho cercato di sfruttare ogni opportunità di formazione disponibile per acquisire nuove conoscenze. Ho seguito corsi universitari e programmi professionali, sia in Italia che all'estero, per creare un mio percorso di formazione personalizzato.
Grazie alla mia discreta conoscenza dell'inglese, ho iniziato a leggere e studiare i primi testi sul tema della comunicazione e delle nuove tecnologie digitali. Ho notato le significative differenze nell'approccio all'era digitale tra l'Italia e altri paesi, nonostante l'Italia sia stata una delle prime nazioni europee a connettersi a Internet nel 1986. Molte persone in Italia erano ancora poco familiari con Internet, l'email e il World Wide Web nei primi anni '90. Il fax era considerato uno strumento innovativo per il trasferimento dei documenti, mentre i telefoni cellulari erano un lusso per pochi privilegiati.
Mentre molte nazioni, come gli Stati Uniti, stavano già abbracciando la Società dell'Informazione, anticipando la società permanentemente interconnessa di oggi, in Italia le potenzialità del digitale erano ancora in gran parte sconosciute, e la cultura digitale era poco sviluppata. Compresi l'importanza di adattarsi ai cambiamenti, notando che numerose università ed istituzioni straniere avevano già avviato programmi formativi per preparare nuovi professionisti alle innovazioni guidate dal digitale fin dai primi anni '90 del secolo scorso.
Il gap culturale italiano nel campo dell'applicazione del digitale alla comunicazione apriva prospettive di vantaggio competitivo per nuove leve di professionisti pronti ad abbracciare le nuove tendenze nel campo della comunicazione e del marketing, specialmente nell'ambito del digitale e delle scienze cognitive.
Così, ho sviluppato la necessità di partecipare a corsi professionalizzanti all'estero che mi hanno introdotto alle applicazioni e alle metodologie emergenti nella comunicazione del futuro.
Umanesimo & Tecnologia: la riflessione su cui si fonda la mia storia professionale
Nella mia ricerca di nuove opportunità, ho trascorso tre anni tra gli Stati Uniti e l'Italia, alternando corsi di aggiornamento professionale e ricerche sul campo. L'obiettivo era trovare innovazioni da importare in Italia nel settore della comunicazione below-the-line e del trade marketing supportato dal digitale.
Tornando in Italia, entusiasta delle mie nuove conoscenze, mi chiedevo come poterle utilizzare per sviluppare un vantaggio competitivo. Non essendo un tecnico informatico, chiedevo spesso aiuto a mio cugino, un ingegnere informatico, cercando di condividere con lui la mia passione per la comunicazione e sperando di inventare qualcosa di innovativo nel campo del marketing.
Un giorno, nel marzo del 1994, mio cugino mi presentò a un gruppo di persone che avevano in mente di avviare un progetto di ricerca accademico: "Umanesimo & Tecnologia". Rimasi affascinato da queste persone che sembravano condividere la mia visione, cercando di promuovere la cultura digitale tra i colleghi umanisti della loro università.
Queste persone erano guidate dal professor Romolo Runcini, un anziano accademico e sociologo della letteratura.
L'anziano professore non sembrava particolarmente entusiasta del progetto che mi era stato presentato. Non usava la macchina da scrivere, non aveva un cellulare e preferiva scrivere le sue note con una penna stilografica su foglietti di carta. Tuttavia, egli promuoveva il progetto attraverso la sua cattedra, su impulso soprattutto di Giuno d'Ecclesiis, un dottore in Scienze Politiche, e di Lisa Somma, una dottoressa in letteratura che era allieva del professore.
Questi tre individui mi spiegarono che stavano cercando esperti esterni all'accademia da includere nel loro gruppo di ricerca, in particolare ingegneri informatici, artisti digitali e professionisti del mondo della comunicazione di marketing o della pubblicità con competenze nel digitale. Mi dissero che le mie esperienze all'estero, che loro ritenevano innovative, sarebbero state ideali per il programma e mi chiesero se fossi disponibile a partecipare, a titolo volontario, alle attività di ricerca applicata legate a questo progetto.
Lascio tutto ...
Alla prima riunione formale il programma U&T mi fu introdotto come progetto di ateneo dell'Università Orientale di Napoli, attivato in collaborazione con altre istituzioni, tra cui il Comune di Napoli e l'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici. Alle successive riunioni erano anche presenti noti personaggi come il Rettore Adriano Rossi, l'Assessore alla Cultura del Comune di Napoli Amato Lamberti e l'Avvocato Gerardo Marotta. Mi resi presto conto che questi stakeholders istituzionali non avevano sviluppato ancora la consapevolezza del significato e degli obiettivi di quel programma: persino l'università non sembrava essere molto convinta della sua potenziale utilità. Il che confermava la mia convizione del gap riferito alla Cultura digitale che ci affliggeva in Italia.
Nonostante ciò, l'opportunità di partecipare a un progetto di ricerca universitaria (senza nemmeno avere ancora una laurea, e inoltre nella mia città) mi ammaliò. Decisi, scatenando le ire della famiglia che mi aveva supportato fino a quel momento nei miei intenti all'estero, di interrompere le trattative che stavo portando avanti da due anni con una importante multinazionale pubblicitaria americana per aprire la filiale italiana, e mi lanciai nell'ignoto in questa avventura ...
ma il lavoro non è solo una questione di denaro, ma anche il perseguimento dei propri sogni.
... inizia l'avventura
Così, decisi di unirmi al gruppo di ricerca Umanesimo & Tecnologia, animato da un entusiasmo che non conosceva limiti, anche se consapevole del notevole impegno temporale richiesto, senza alcuna remunerazione.
Il nostro focus inziale era l'analisi delle ragioni che spingevano molte persone a mostrare indifferenza nei confronti della cultura digitale e delle nuove tecnologie per l'informazione e la comunicazione. Man mano, ci rendevamo conto che questa indifferenza era radicata in una questione di natura cognitiva, manifestando una chiara dicotomia tra diverse generazioni legate alle loro storie di vita, le quali si sviluppavano in periodi storici completamente differenti. Questo divario rifletteva ante-litteram anche il concetto di immigrato digitale e nativo digitale (termini specifici resi popolari da Marc Prensky qualche anno dopo nel suo saggio intitolato Digital Natives, Digital Immigrants) una distinzione sempre più evidente anche nell'ambiente accademico.
HypgnosisLab ricerca applicata nella produzione creativa e sperimentale di Contenuti digitali
Mentre gli accademici lavoravano all'interno dell'università concentrandosi sull'analisi teorica, io mi impegnavo per avviare una ricerca applicata. Abbiamo così reclutato John Attard, un giovane tecnico informatico inglese con aspirazioni artistiche nel mondo digitale, creando il laboratorio Hypgnosis-Lab, primo del genere in Italia. L'obiettivo era sviluppare un modello interorganizzativo in cui ricerca, creatività, design e produzione si unissero per la ricerca applicata e lo sviluppo di servizi per la comunicazione multimediale. La realizzazione di questo laboratorio fu possibile grazie al sostegno finanziario di un'azienda privata napoletana,Alisud, che ci consentì di acquistare le costose tecnologie necessarie. Inoltre, per le sue caratteristiche d'innovazione in campo accademico, abbiamo ricevuto il supporto tecnico di Softimage, una divisione di Microsoft che all'epoca era leader di mercato nel campo della computer grafica 3D, dell'animazione digitale e del compositing per la post-produzione visiva digitale.
Abbiamo lavorato sperimentalmente per circa tre anni seguendo un approccio interdisciplinare con tre obiettivi chiave.
Il primo obiettivo era definire un modello operativo in grado di agevolare i processi comunicativi in modo collaborativo, evitando conflitti tra competenze umanistiche e tecnologiche, lungo l'intera catena di progettazione creativa umanistica e produzione tecnica digitale.
Il secondo obiettivo era identificare le basi concettuali essenziali da introdurre all'interno dell'Università, affinché questa potesse sviluppare nuovi modelli di formazione nel campo emergente delle scienze della comunicazione digitale.
Il terzo obiettivo consisteva nel delineare le linee guida e le fondamenta per la creazione di start-up nell'industria in crescita dei contenuti creativi digitali.
Pertanto, ci siamo dedicati alla ricerca applicata e all'apprendimento pratico, andando oltre la teoria, poiché nel mondo digitale si apprende facendo, seguendo la tradizione delle antiche botteghe d'arte e delle scuole rinascimentali.
uno scopo: innovazione sociale
In sintesi, il progetto Umanesimo & Tecnologia aveva l'obiettivo di agire come una provocazione culturale, mirando a promuovere l'innovazione sociale in un periodo di trasformazione guidato dalla digitalizzazione.
Volevamo dimostrare che la diffusione della Cultura Digitale avrebbe avuto un impatto significativo sull'innovazione sociale.
Per condividere questa missione con il pubblico e incoraggiare le istituzioni ad adottare azioni per gestire il cambiamento, il nostro gruppo di lavoro ha sviluppato il progetto L.I.N.K.E.D. (Learning & Information Network for Knowledge Enhancement and Development), partendo dall'idea originale del progetto "Azienda Napoli" per la promozione telematica delle risorse socio-culturali della città di Napoli, che è stato realizzato per conto del Comune di Napoli.
Il progetto LINKED fu presentato in Europa attraverso una partnership tra gli stakeholder di Napoli e quelli di altre tre città europee, tra cui Germania, Regno Unito e Svezia. In parallelo, promuovemmo all'interno dell'università la creazione del Centro Studi e Ricerche Multimediali Umanesimo & Tecnologia. Questo fu un passo preliminare per l'istituzione di un futuro master o corso di laurea specifico, volto a formare professionisti emergenti nel campo delle Scienze della Comunicazione e dell'intrattenimento digitale.
non ci capiscono: il digital divide culturale
Tuttavia, i temi che affrontavamo erano ancora difficili da comprendere e ci trovavamo di fronte a una sfida da superare: il digital divide culturale. Nel corso del nostro lavoro, ci siamo resi conto che non avevamo un accademico di riferimento con le competenze necessarie nelle nuove teorie della comunicazione digitale. Inoltre, a Napoli mancava un dirigente politico che comprendesse l'importanza strategica di adottare e attuare politiche culturali adeguate per lo sviluppo della Società dell'Informazione, e non c'era un dirigente amministrativo all'interno delle istituzioni in grado di tradurre le politiche culturali che stavamo promuovendo in atti amministrativi. Tuttavia, siamo stati fortunati nel trovare il contributo necessario.
una svolta, finalmente qualcuno inizia a comprenderci
Per superare questa sfida, tre soggetti sono stati determinanti per noi. Il noto scienziato Derrick de Kerckhove, già direttore del McLuhan Program di Toronto, il presidente della Provincia di Napoli, il professor Amato Lamberti, docente ordinario di Sociologia, e il dirigente pubblico dott. Walter Ferrara.
Siamo nel 1999, la Regione Toscana organizzava Mediartech, una rassegna sull'avanguardia della multimedialità. Il vicepresidente della Regione Toscana, Mariolina Marcucci, ci invita a presentare il progetto Umanesimo & Tecnologia
A Mediartech, sullo schermo del nostro piccolo stand, proiettavamo le immagini delle nostre produzioni realizzate nel nostro laboratorio sperimentale, spiegando la filosofia del programma Umanesimo & Tecnologia a studenti, docenti universitari e insegnanti della scuola dell'obbligo. Tra i presenti c'era il professor de Kerckhove, accompagnato da Walter Ferrara, dirigente della Regione Toscana e curatore della rassegna. Nel corso di una cena, per approfondire i contenuti e gli obiettivi delle nostre attività, le nostre argomentazioni furono abbastanza convincenti da portare de Kerckhove ad accettare un incarico di insegnamento a Napoli all'Università Suor Orsola per l'intercessione di Amato Lamberti e Ferrara decise di trasferirsi alla Provincia di Napoli per assumere l'incarico di dirigente dell'ufficio Cultura. Finalmente eravamo riusciti a coinvolgere degli stakeholders in grado consapevoli della peculiare importanza dei nostri temi ed obiettivi di ricerca.
Siamo nei primi anni del nuovo secolo. La Cultura digitale comincia a diffondersi anche in Italia, coinvolgendo la politica e l'accademia. In continuità con il programma U&T, ho l'idea di applicare i principi della ricerca applicata sviluppata nell'HypgnosisLab per creare una start-up innovativa per l'Industria dei Contenuti Creativi Digitali. Il modello si basa su un'organizzazione decentralizzata in cui diversi nodi collaborano mutuando i concetti di Lean Production ed Open Innovation. In sintesi, una Impresa Virtuale in cui il mio ruolo è quello di facilitatore e responsabile del marketing strategico.
... un modello sperimentale d'impresa virtuale: il prodromo del modello Rebel Alliance
Il modello si fonda su un ecosistema produttivo in cui i processi comunicativi tra creativi delle aree umanistiche e tecnologiche sono intermediati da un professionista facilitatore.
Questo mediatore culturale, con un approccio umanista orientato alla soluzione dei problemi, assume un ruolo chiave nel fornire una visione d'insieme olistica, supportata da competenze di marketing strategico.
Il modello introduce il concetto di gestione umanistica d'impresa tecnologica, che si contrapponeva ai modelli osservati in molte start-up tecnologiche gestiti solo da tecnologi senza competenze di marketing ed umanistico che fallirono durante gli stessi anni a causa del crollo della cosiddetta bolla dotcom.
Con questa visione durante la mia collaborazione con la Provincia di Napoli, propongo la costituzione di un Consorzio per la ricerca applicata e lo sviluppo, l'alta formazione per la produzione di contenuti digitali, idea progetto che sviluppo in collaborazione con il già citato Walter Ferrara e che diventerà nota come progetto Mediapolis.
l'Attivismo di Conoscenza in un marketing di scopo per lo sviluppo della società dell'Informazione ...
Con la forte consapevolezza di dover contrastare il dilagante digital divide culturale che affligeva (ed affligge ancora) un'ampia fascia di decisori politici ed istituzionali, ho scoperto l'attivismo di conoscenza. Che si è trasformato in un marketing di scopo mirato allo sviluppo della società dell'Informazione. Ho dedicato i miei sforzi a promuovere concetti innovativi, agendo come attivista della conoscenza e contribuendo intellettualmente alla definizione concettuale di idee e progetti che in seguito hanno ottenuto finanziamenti pubblici per la loro realizzazione. Tra questi progetti, posso citare:
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La "Carta servizi telematici per il Turista," che in seguito ha preso forma come "Artecard" grazie al progetto "Azienda Napoli" introdotto presso il Comune di Napoli.
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Il social-game educativo "Force One" sviluppato per il World Food Programme.
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La collaborazione con la Presidenza e la Direzione Cultura della Provincia di Napoli, che ha aperto la strada per la creazione del Museo Archeologico Virtuale di Ercolano.
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L'avvio in Regione Campania del posizionamento istituzionale di prodotti audiovisivi e multimediali per la promozione dei Beni Culturali e Ambientali, iniziato con il progetto sperimentale "Fotoromanzo.com."
... e la diffusione per Tutti della Cultura digitale
Il mio impegno come attivista della conoscenza nel campo della Cultura digitale mi ha spinto a definire e sviluppare un contributo significativo per promuovere lo sviluppo della Società dell'Informazione non solo tra le istituzioni, ma anche a tutti i livelli della popolazione italiana, in particolare in Campania. Ho intuito l'esistenza di un "corto circuito" che stava ostacolando il progresso della Società dell'Informazione. La mia convinzione crescente era che la vera sfida non fosse il tradizionale "Digital Divide" infrastrutturale, come sostenuto dagli esperti in tecnologia dell'informazione, ma piuttosto il "Digital Divide Culturale". Quest'ultimo rappresentava l'ostacolo principale al progresso della Società dell'Informazione nel paese, soprattutto tra le fasce di popolazione non native digitali e, soprattutto, gli anziani. All'inizio degli anni 2000, gli individui di età superiore ai 45 anni, colpiti dal digital divide culturale, rappresentavano oltre il 50% della popolazione italiana. Basandomi su questa consapevolezza, ho sviluppato il progetto "PDCo45" (Promuovere la Cultura Digitale per Tutti gli over 45 anni) con l'obiettivo di diffondere la cultura digitale tra questa fascia anagrafica di popolazione
Il programma Rebel Alliance Empowering: Rebel Alliance International Network in USA
Il mondo del cinema rimane un sogno per molti di noi, e nei primi anni 2000, con l'accelerazione della connettività Internet e l'evoluzione delle tecnologie di produzione e distribuzione, sembrava che il momento fosse finalmente arrivato. Avevamo già concepito un modello di business delocalizzato in grado di sfruttare il capitale umano tecnico-creativo diffuso in tutto il mondo, un'idea che avevamo coltivato durante i tempi di Hipgnosys Lab.
Il mio partner John Attard, tornato in Italia, decise di mettere in pratica questo modello con una start-up chiamata Avtoma. Con un finanziamento di circa un milione di dollari, Avtoma stabilì sedi tra Milano, Montreal e Los Angeles. Tuttavia, nonostante i nostri sforzi, l'Impresa Virtuale fallì dopo due anni.
Nel 2007, decidemmo di fare un nuovo tentativo, questa volta senza investitori esterni. Iniziammo a lavorare tra Montreal, gestita da Attard, e Roma/Napoli, dove avevo selezionato un team di giovani artisti digitali. Il modello sembrava funzionare e iniziammo a produrre effetti visivi digitali per il cinema italiano. Nel 2010, lavorammo su un film che ci fece vincere un David di Donatello per i migliori VFX, gli effetti visivi digitali del film "20 sigarette".
L'appetito cresceva, e i miei partner volevano aprire un hub a Los Angeles. Nonostante avessi inizialmente dubbi, ricordando l'esperienza negativa con Avtoma, il nostro network, ora con il nome RAIN\Rebel Alliance International Network, decise di trasferire il suo hub nordamericano da Montreal a Los Angeles. John Attard continuò a gestirlo, questa volta con il nuovo partner e produttore cinematografico Andrea Marotti. Stabilimmo il nostro studio presso le strutture della Paramount Pictures ad Hollywood, dove speravamo di realizzare le nostre ambizioni cinematografiche. I partner erano consapevoli che stavamo cercando di vendere i frigoriferi agli eschimesi, ma l'entusiasmo dell'efficacia del modello innovativo che avevamo messo in campo era più forte della forte probabilità di un nuovo fallimento.
Ed in effetti Rebel Alliance/RAIN inizia a produrre per gli italiani e gli americani.
Il programma Rebel Alliance Empowering: Rebel Alliance International Network in Medio Oriente
In concomitanza con l'apertura dell'hub di Rebel Alliance a Los Angeles, mio figlio Fabrizio aveva appena completato i suoi studi. Ho colto l'opportunità di trasferirlo a Los Angeles con l'obiettivo di permettergli di apprendere il mestiere direttamente sul campo. Siamo nel Rinascimento digitale e seguendo l'antica tradizione dell'antico Rinascimento, in cui gli apprendisti lavoravano a stretto contatto con maestri d'arte, inizia ad imparare anche al fianco di artisti di fama mondiale e persino vincitori di premi Oscar.
Rebel Alliance aveva sviluppato competenze nella crescente produzione di contenuti stereoscopici. Avevamo realizzato effetti visivi e contribuito a coordinare la produzione stereoscopica del primo film italiano in 3D, "Hidden 3D". Avevamo anche lavorato con i Pink Floyd per la stereoscopia di videoclip e collaborato al film "Dracula 3D", che ci aveva fruttato una nuova nomination ai David di Donatello nel 2013.
Pensavo fosse giunto il momento di esplorare nuovi mercati meno competitivi, sfruttando il nostro vantaggio competitivo. Dopo tre anni di lavoro a Los Angeles, ritenevo che Fabrizio fosse pronto per intraprendere la sua strada professionale in modo autonomo. Mi recai ad Abu Dhabi e presentai le nostre esperienze. La Media Authority emiratina fu entusiasta della nostra proposta, e così decidemmo di aprire il nostro hub, Rebel Alliance Middle East, negli Emirati Arabi. Un passo importante nella nostra espansione internazionale e lo sviluppo di nuovi business, fuori dal segmento cinema.
Il programma Rebel Alliance Empowering: nuovi business in altri segmenti dell'Industria dei Contenuti digitali
Nel corso degli anni della mia esperienza nel campo cinematografico, ho notato che gli artisti digitali specializzati in questo settore spesso faticavano a comprendere che le loro competenze e abilità potevano essere applicate con grandi soddisfazioni anche per lo sviluppo di nuovi business.Per fortuna oggi non è più così. Gli Emirati, dove la produzione cinematografica non era ancora sviluppata, era un buon banco di prova per travasare conoscenze tecniche e know-how in altri ambiti. E così fu. Rebel Alliance Middle East inizia a lavorare nella produzione di Contenuti digitali per grandi eventi, contenuti corporate e nel live entertainment. Inziamo a promuovere la possibilità di sfruttare la resurrezione digitale che si affacciava nel cinema portando il contenuto nelle live performance in formato olografico.
Veniamo così ingaggiati in Brasile da GVT/Vivendi per la produzione del concerto olografico live, "Volta Cazuza" a San Paulo e Rio de Janeiro. Il network Rebel Alliance si espande così anche in Sud America con il suo partner brasiliano.
Rebel Alliance per l'Advertainment
Come ho precedentemente raccontato, ho iniziato ad interessarmi alle tematiche trattate finora con l'obiettivo di portare innovazione all'interno della mia azienda di famiglia.
Il settore del marketing, e di conseguenza la comunicazione di marketing, aveva già attraversato diverse fasi di evoluzione, passando dal marketing 2.0 al marketing 3.0 con l'avvento di Internet.
Tuttavia, lavorando con la mia azienda per fornire servizi di comunicazione below-the-line per alcune delle marche più importanti in Italia, ho iniziato a convincermi che anche il settore privato nel nostro paese stesse affrontando sfide legate al Digital Divide Culturale.
Per esempio, alla fine degli anni '90, discutere di promozioni online o di intrattenimento digitale legato alla comunicazione in punto vendita con un responsabile della comunicazione o del marketing di una grande azienda, che ancora comunicava principalmente tramite fax, sembrava come raccontare una storia di fantascienza a un bambino.
Nel frattempo, il nostro team in Hypgnosys Lab stava già sperimentando concetti come la promozione di marche attraverso il contenuto di intrattenimento online e l'uso sperimentale di burattini elettronici creati in CGI 3D, modellati come prodotti di marca in grado di interagire con potenziali clienti.
In sostanza, stavamo praticando una forma di marketing d'anticipo che, purtroppo, non riusciva a ottenere successo poiché il mercato non era ancora pronto a recepire le nostre innovazioni.
Tuttavia, all'inizio degli anni 2000, le nuove tecnologie creative per la comunicazione stavano iniziando a diffondersi su larga scala, producendo quegli effetti che oggi influenzano la vita quotidiana di tutti noi.
Era diventato essenziale per noi sperimentare quella tecnica che al Jaffe Institute per la comunicazione persuasiva veniva classificato con il neologismo Advertainment, la fusione tra le parole Advertising ed Entertainment.
Grazie all'amicizia con un azionista dell'azienda Kimbo, riuscì a ottenere un modesto budget per avviare un progetto sperimentale: KIMBO Entertainment.
Abbiamo indirizzato queste risorse verso le prime timide sperimentazioni di "brand entertainment" e "participatory advertising", associando il marchio KIMBO a contenuti concepiti per intrattenere il pubblico su Internet.
L'esperienza fu proficua perchè dopo dieci anni fummo in grado di collocare il progetto Advertainment "Volta Cazuza" del valore di oltre due milioni di dollari alla succitata GVT/Vivendi in Brasile
Rebel Alliance continua ad espandersi
Siamo arrivati ai giorni nostri.
L'obiettivo di sviluppo sul lungo termine del progetto Rebel Alliance Empowering è quello di espandere a livello internazionale il network Rebel Alliance per mezzo di affiliazioni/j.venture con partner locali che hanno l'esigenza di innovare il loro core business associandolo alle nostre competenze. Il pensiero guida si riassume nel concetto di 'azione Glocale'. Nel 2015 avviamo discussioni in Africa (Kenya) per l'apertura di un quarto hub Rebel Alliance.
In tutto il mondo l’Industria creativa dei Contenuti è in evoluzione ed in espansione parallelamente allo sviluppo globale del digitale e delle I.C.T.
Si fa impellente l'esigenza in molte nazioni di acquisire competenze e know-how per la produzione di Contenuti digitali di profilo ed alta qualità associabili ai nuovi media emergenti. Anche nell'Europa dell'Est, ci sono nazioni che sono ancora in ritardo, dunque, mi attivo per definire una strategia di penetrazione anche in qualcuno di questi paesi. Nel 2017, costituiamo una partnership con l'agenzia di comunicazione TrueBlaq di Nairobi, per il presidio dell'Africa orientale; ed anche a Sofia, Bulgaria, stipuliamo un accordo di partnership con Stone Communication per stabilire il quinto hub di coordinamento Rebel Alliance Empowering.
I miei figli fondano Compagnia Del Marketing con la sua sussidiaria CDM Studios che con la nuova agenzia creativa the Bold Stroke formano quell'auspicata evoluzione dell'azienda di famiglia che avevo programmato 20 anni prima: perseguita con la perseveranza di un atleta, che finalmente si realizza seppur 'saltando' una generazione. Giorgia e Fabrizio, infatti (la prima umanista studiosa di sociologia, il secondo tecnologo artista digitale) si raccordano operativamente, chiudendo in famiglia il loop Umanesimo & Tecnologia su cui ho iniziato a lavorare appunto nel 1995.
Lo start-up di Compagnia del Marketing prevede l'implementazione del know-how e delle competenze di Rebel Alliance Empowering nel settore della comunicazione di marketing (con particolare attenzione a quella esperienziale) introducendo sul mercato format di Advertainment, perfezionati con le attività esperite all'estero.
È prevista anche la creazione di una divisione dedicata al Personal Branding, con una offerta di servizi esclusivi BtC.
La definitiva diffusione di massa della Cultura Digitale (e l'entrata sul mercato dei primi Consumatori Millennials) sta creando le condizioni ambientali per sviluppare nuovi business in questo emergente mercato, poichè siamo facilitati da know-how e competenze che fino ad oggi potevano essere dedicate solo al BtB.
ed ora ...
Mi posso dedicare di nuovo a perseguire nuove strade ed impegnarmi di nuovo nel sociale. Già da qualche anno ho iniziato ad interessarmi di 'economia circolare', nel quale sono in procinto di affiancarmi al business nel settore del trattamento e riciclo dei Rifiuti R.A.E.E. già avviato da un mio partner nell'europa dell'est.
Sto lavorando inoltre per la costituzione dell'Associazione di Promozione Sociale CARABINIERI 4.0/Difesa Civile 4.0 , con cui promuoveremo programmi di pubblica utilità sociale.